La donna dalla bocca spaccata

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  • Questo topic ha 4 risposte, 2 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 3 mesi, 3 settimane fa da Ferdinando.
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    Alessandro Stripe
    Moderatore
    CH
    Conosciuta anche come “la donna dalla bocca spaccata” questa curiosa figura del folklore giapponese, rappresentante una donna con una bocca enorme che va da orecchio ad orecchio, compare sia in in diversi racconti moderni che in molte leggende popolari giapponesi e coreane, le quali formano spesso attraverso un filo conduttore una vera e propria storia che parla di maledizioni e vendette.

    La leggenda:

    La leggenda narra che molto tempo fa c’era una donna bellissima, ma consapevole di questo fatto era anche vanitosa. La donna, nonostante fosse sposata con un samurai, era molto cercata da molti uomini e spesso non disdegnava di tradire il marito. Il samurai ovviamente era al corrente delle attività extraconiugali della donna, così un giorno, le tagliò la bocca da una parte all’altra gridando: Credi di essere bella?
    Altre versioni raccontano solamente che la bellissima donna aveva sposato un samurai molto geloso che spesso la picchiava anche senza troppi motivi. Così il samurai un giorno, pensando che lo stesse tradendo, gli tagliò la bocca, in modo che nessun uomo avrebbe più provato attrazione nei suoi confronti. La donna, stanca degli abusi, fugge nella foresta e non si sente più parlare di lei, fino alla nascita della leggenda del suo spirito vendicativo.
    Un’altra leggenda molto simile alla prima parla di una moglie troppo bella per stare con un giardinieri, così lei inizia a tradirlo sempre più spesso e quando l’uomo la scopre a letto con uno dei suoi amanti, prende una cesoia da giardino e le taglia la bocca da lato a lato, anche in questo caso chiedendole poi “pensi ancora di essere troppo bella?” Anche se questa leggenda si conclude con l’uomo che, sotto al peso dei troppi rimorsi, decide di togliersi la vita.
    Una leggenda più attuale parla invece di un errore di chirurgia da parte di un chirurgo che praticava senza la licenza e senza aver avuto nessuna adeguata istruzione.

    I racconti maledetti:

    Per quanto invece riguarda i racconti maledetti del suo spirito che vaga in cerca di vendetta, molte volte collegati alle leggende che abbiamo appena visto per motivare il suo volto sfigurato, il suo spirito si aggirerebbe solitamente con la bocca coperta dalla manica del kimono o da una mascherina in cerca di una vittima. Trovata la vittima al mal capitato viene, solitamente un giovane studente, viene fatta la seguente domanda: ” Sono bella?” (“Watashi wa utsukushī nda?”). Se il giovane risponde di sì, si toglierà la maschera e gli chiederà: “E adesso sono bello?” (“Konkai wa nani nano?”). Molto probabilmente a questo punto il malcapitato sarà tentato di dire di no. Quindi la donna taglierà la sua bocca da un lato all’altro con un paio di forbici. Ma se la vittima fosse in grado di rispondere nuovamente di si invece, lo spirito gli taglierà comunque la bocca da lato a lato, ma questa volta lo farà con grande gioia e felicità sul suo volto. Altre versioni dicono che se alla domanda viene data risposta sì, la donna lo seguirà fino alla porta di casa sua, per poi ucciderlo comunque. Non è strano che nelle leggende giapponesi non si possa comunque scappare da uno spirito maledetto. In altre leggende di altri popoli solitamente c’è spesso un modo per uscire vive da queste situazione, pensate ad esempio all’enigma della sfinge nelle leggende dell’Antico Egitto. Ma ai giapponesi non piace molto dare troppe possibilità e preferiscono solo cambiare il modo di agire, sempre però con un fine malefico, dei loro demoni.
    Tuttavia, secondo molti esisterebbero dei metodi per evitare il risultato fatale. Secondo le fonti, portare i dolci e offrirli potrebbe placarla. In un’altra versione si dice invece che se la persona in questione se risponderete con la sua stessa domanda (Sono bella?), La Kuchisake-onna andrebbe in stato di forte confusione, dandovi il tempo di scappare da esse. Infine, se quando lei chiede le viene detto che uno ha fretta e deve occuparsi di una questione molto importante, la donna chiederà scusa e lo lascerà andare, motivata dai rigorosi modi giapponesi di rispettare chi ha da fare.
    Non è ancora noto cosa faccia Kuchisake-onna quando alla prima domanda viene risposto con un no, poiché la maggior parte risponde con un sì. E in Corea del Sud, non c’è ancora una risposta nota con cui salvarsi, anche se, secondo le fonti, sarebbe sufficiente evitare di guardarla dritta negli occhi.

    Fatti di cronaca:

    Un fatto di cronaca reale decisamente spaventoso fu che nella primavera e nell’estate del 1979 e del 1980, ci furono rapporti in tutto il Giappone di incontri con la Kuchisake-onna: storie particolarmente inquietanti in cui la donna inseguiva i bambini mentre calava la notte su strade buie. Nell’ottobre 2007, un medico legale ha trovato documenti della fine degli anni ’70 in cui una donna era stata segnalata mentre inseguiva bambini nelle notti buie ed è stata investita da un’auto poco dopo. Curiosamente, quella donna aveva una cicatrice uguale alla Kuchisake-onna. Non erano gli unici rapporti, poiché c’erano più rapporti di mutilazioni e omicidi da parte di detto spirito in particolare negli anni tra 1978 ed 1980. Nel 2000 c’era chi riferiva di aver visto di nuovo la Kuchisake-onna camminare per le strade nel bel mezzo di una notte nebbiosa.

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  • Replies
    Francesco Monti
    Amministratore
    IT
    La parte decisamente spaventosa rimane quella in cui una donna reale sembra aver cercato perlomeno di emulare questo spirito. Tu sinceramente pensi che quel fatto di cronaca reale si tratti di uno spirito o di una persona in carne ed ossa che cercava la fama?
    Alessandro Stripe
    Moderatore
    CH
    Ci sono un sacco di fanatici all’interno del mondo dell’emulazione, basti pensare al periodo dei clown assassini in America qualche anno fa. Persone che non si rendono nemmeno conto della pericolosità dei loro gesti o del semplice cercare un pò di fama… Detto questo però, mi piace pensare che magari queste storie alla fine raccontano davvero qualcosa che in un qualche modo possa fare parte della nostra realtà, soprattutto per quanto riguarda il mondo del Giappone. “Tutte le storie in fondo hanno sempre qualcosa di vero” Se leggiamo i loro racconti, ci rendiamo conto che sono sempre presi da casi reali e i loro demoni alla fine hanno persino ragione di esistere.
    Francesco Monti
    Amministratore
    IT
    Certo sono d’accordo ma sarebbe interessante vedere quanto la cosa é reale.
    Ferdinando
    Ospite
    Io spero che la storia di sta tipa sia un po falsa, perché: se sta ragazza esiste veramente, col c…o che ci vado in cina
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