Il mistero della combustione spontanea

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    Alessandro Stripe
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    Esistono più di 120 casi documentati di persone carbonizzate nella propria abitazione in circostanze apparentemente inspiegabili. Per cremare un corpo sono necessari almeno 1’000 gradi centigradi, ma la cosa più strana è che in questi casi il fuoco non si è esteso al resto degli oggetti intorno ai resti del corpo, dettaglio che appunto a portato molti a credere che la combustione fosse partita quindi spontaneamente all’interno del corpo. Inoltre, il corpo umano è composto per circa il 60-65% di acqua, il che renderebbe ancora più difficile possa bruciare interamente. Pensate che un forno crematorio raggiunge circa 1300 gradi centigradi!
    È stato sottolineato dagli esperti come in molti casi alcune parti, generalmente degli arti inferiori, sono rimaste quasi completamente intatte.
    L’argomento è tutt’oggi oggetto di numerose teorie e studi, ma non sono stati raggiunti risultati condivisi in merito all’esistenza di una reazione chimica all’interno del corpo che possa produrre tali risultati.

    Possibili spiegazioni:

    Alcuni esperti hanno ipotizzato che si possa trattare di una sorta di effetto stoppino o effetto candela inverso. Infatti solitamente le vittime sono obese e sono presenti fonti di calore esterne (pipe, sigarette, camini, stufe o altro). Quando i vestiti iniziano a bruciare, il grasso presente nel corpo del soggetto inizierebbe a liquefarsi alimentando la fiamma. Alcuni ipotizzano che il metano prodotto a livello intestinale da parte di batteri melanogeni e legato alla digestione del cibo possa essere rilasciato attraverso pori della pelle. Una volta nell’aria il metano può prendere fuoco a causa di una scintilla o di una qualsiasi fonte in grado di innescare una fiamma.

    Un’altra spiegazione tra le più condivise sostiene che il corpo di soggetti dediti agli alcolici possa essere talmente intriso di alcol da poter prendere fuoco. Questa spiegazione non sembra avere fondamento scientifico però, in quanto il corpo umano è composto in gran parte da acqua ed inoltre l’alcol ucciderebbe la persona prima di raggiungere concentrazioni necessarie per bruciare. Più verosimile è l’ipotesi per cui l’alcolismo, o una dieta ricca di grassi e povera di carboidrati, induca nel soggetto uno stato di chetosi con produzione di acetone, volatile ed altamente infiammabile a contatto con l’aria, per cui potrebbe portare all’innesco della combustione.

    Il parere di alcuni medici:

    Anche se la maggior parte dei medici ha negli anni ripetutamente rifiutato la spontaneità di questi fenomeni, facendo notare in particolare come tutti i casi riguardassero persone inferme, i cui vestiti non solo avrebbero facilmente potuto prendere fuoco senza che i malcapitati se ne accorgessero, ma avrebbero anche avuto difficoltà a reagire. In molti casi non mancavano poi indizi sull’esistenza di una fonte esterna di accensione e di eventuali acceleranti, come caminetti, lampade a combustibile o altro. Anche se questo non spiega come il fuoco possa raggiungere temperature così alte e soprattutto limitarsi in uno spazio così ben delineato, lasciando in diversi casi persino alcune parti del corpo intatte, soprattutto per quanto riguardano le gambe e i piedi della vittima. Resta il fatto però che non ci sono prove che confermano la possibile esistenza dell’autocombustione.

    Il caso più famoso:

    Il caso più famoso è quasi sicuramente quello della Contessa Bandi di Cesena, la nonna materna di papa Pio sesto. La contessa aveva 62 anni quando, una mattina, la domestica trovò al suo posto solo un piede, un pezzo di gamba fino al ginocchio, parte della testa, tre dita e un cumulo di cenere. Padre Giuseppe Bianchini, che descrisse l’episodio alla Royal Society di Londra nel 1731, raccontò anche che la stanza fu trovata impregnata di una strana sostanza grassa e giallastra. Il caso della contessa Bandi veniva spesso citato da Charles Dickens, che sosteneva non esistessero cause esterne note che potessero spiegare i fenomeni di SHC, tanto da far morire così un personaggio in uno dei suoi romanzi, Casa desolata.

    Un altro caso:

    Tra i casi maggiormente documentati, invece, c’è quello, avvenuto a metà ’900 a St. Petersburg in Florida. La protagonista era la signora Mary Reeser, di cui furono trovati sul pavimento solo qualche osso affumicato e un piede in mezzo alle ceneri. La polizia rilevò una strana sostanza grassa e oleosa sul soffitto, che si estendeva sulle pareti fino a circa un metro dal pavimento. Per il resto non c’erano molti danni in casa: il calore aveva liquefatto solo l’interruttore della luce, un bicchiere di plastica e una scatola di candele. L’incidente non sembrava avere spiegazioni. Persino l’FBI brancolava nel buio. Il dottor Wilton M. Krogman, antropologo della Scuola di Medicina dell’Università della Pennsylvania ed esperto internazionale sugli effetti del fuoco sul corpo umano affermò: “la considero la cosa più incredibile che abbia mai visto. Se ci penso, mi si drizzano i peli sul collo dalla paura. Se vivessi nel Medioevo, parlerei forse di magia nera.”
    Anche lui, alla fine, dovette arrendersi di fronte al tentativo di capire cosa fosse successo.

    E voi, cosa credete sia realmente successo?

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