Il delitto di Hello Kitty

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    Alessandro Stripe
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    CH

    La confessione:

    Ci troviamo ad Hong Kong ed è il 1999. Una ragazzina di 14 anni, il cui nome non è mai stato divulgato a causa della legge che tutela i minori, si presenta nella stazione di polizia con una storia singolare quanto macabra. La piccola era visibilmente terrorizzata, e non riusciva a smettere di tremare mentre parlava. Ella raccontò di essere perseguitata dal fantasma di una ragazza, la quale le impediva di dormire o di rimanere sola.
    Naturalmente la polizia non credeva a quel racconto, e fino a qua poteva anche fare ben poco per aiutare la bambina, ma mentre conducevano la piccola fuori quest’ultima fece un’affermazione che gli bloccò di colpo.
    “Sono perseguitata dallo spirito della donna che io ed il mio ragazzo abbiamo torturato ed ucciso”.
    Così i poliziotti si recarono subito nell’abitazione indicata dalla ragazzina, e ciò che trovarono non fece altro che confermare quell’assurda ed orrenda storia.

    Il crimine e l’arresto:

    All’interno dell’abitazione erano evidenti i segni che fosse successo qualcosa di spaventoso poco tempo prima. In diversi luoghi furono rinvenute parti di un cadavere, alcuni anche fatti precedentemente bollire. La vasca da bagno era ancora piena di sangue ma il ritrovamento più emblematico, e che diede anche il macabro nome a questo caso, fu il teschio della donna, il quale si trovava cucito all’interno di un pelouche di Hello Kitty versione sirena. Fu proprio in quel momento che gli agenti capirono che davanti a loro si stava presentando lo scenario di uno dei più brutali omicidi avvenuto nella città di Hong Kong.
    Insieme alla ragazza vennero arrestati anche il suo ragazzo e due loro amici, tutti membri di una gang di criminali nota alle forze dell’ordine. Non ci misero molto gli inquirenti a fargli confessare tutto, scoprendo che i fatti erano stati ancora più atroci di quello che potevano immaginare.

    La vittima ed il massacro:

    La vittima si chiamava Fan Man Yee ed aveva 23 anni. Nata e cresciuta in un ambiente caratterizzato dalla criminalità, si guadagnava da vivere lavorando all’accoglienza dei clienti presso un Night Club della zona. Purtroppo la giovane era anche costretta a prostituirsi per riuscire ad avere qualche soldo in più, e purtroppo era anche caduta nel giro di alcune droghe. Fu proprio la dipendenza che la portò a conoscere Chan Lok. L’uomo, diventò suo cliente regolare fino a quando una sera, la donna provò a rubare il portafoglio del ragazzo, quello che diventerà il suo peggior errore.
    L’uomo fece sequestrare la donna dai suoi due amici e compagni di criminalità, con l’intento di farla prostituire fino a quando non avrebbe recuperato tutti i soldi rubati. Ma purtroppo i tre erano quasi sempre fatti, non riuscendo a controllare i loro impulsi fisici sulla donna, arrivando a deformarle la faccia. Così i tre si resero conto che forse, sarebbe stato più divertente torturare la donna. la 23enne venne rinchiusa nell’appartamento e torturata ogni giorno per un mese intero. I tre uomini sfogavano la loro ira ogni giorno con vari metodi sulla povera donna. La picchiavano con una spranga di ferro, l’avvolgevano nella plastica per poi bruciarla direttamente sulla sua pelle e la costringevano a ringraziarli dopo ogni tortura che subiva. I tre coprivano le sue ferite con salse piccanti o altri alimenti, cercando di determinare quale fosse quello che le bruciava di più.
    Un giorno, quando scoprirono la vittima che cercava di rubare qualcosa da mangiare, decisero di far bollire olio e grasso, per poi costringere la ragazza a berlo tutto. Veniva costretta a bere urine, mangiare escrementi e le spegnevano le sigarette sulla pelle. Fan Man Yee, dopo un mese di atroci torture, perì all’interno del bagno.

    La condanna:

    I tre carnefici furono condannato all’ergastolo, con l’accusa di rapimento, torture ed omicidio, con la clausola di richiedere una revisione del processo solo dopo 20 anni. La 14enne che confessò tutto alla polizia invece, a causa della giovane età e della sua testimonianza evitò l’incarceramento. Il palazzo che faceva da cornice a questo atroce caso di storia nera ora è diventato un hotel.

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