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Alessandro Stripe.
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- Novembre 4, 2020 alle 10:36 am
Il ritrovamento all’inizio della fine:
È un pomeriggio estivo come molti altri a Krasnodar, una città a sud della Russia che conta circa un milione di abitanti. Roman Khomyakov coi suoi colleghi, come ogni suo giorno lavorativo, si apprestava ad asfaltare nuove strade, nuove possibilità di viaggio all’interno di quella sempre più grande città. Il suo turno è quasi finito, e mentre la sua mente quasi sicuramente si trova già a tavola con la sua famiglia, un singolare luccichio sull’asfalto davanti a lui cattura subito la sua attenzione. Roman scopre ben presto che si tratta di un cellulare, e spinto dai suoi colleghi inizia a cercare delle informazioni sul suo proprietario, al fine di poterlo contattare per ridarglielo. Purtroppo però, la scheda SIM non era inserita, ma non tutto era andato perso.
L’archivio delle fotografie:
Visto che Roman e i suoi colleghi ormai lavoravano lì da tempo e tutti abitavano in quella zona, pensarono bene di guardare le fotografie, magari ne avrebbero trovata uno che gli avrebbe ricondotti ad una persona o ad un luogo decisivo. Nessuno di loro si immaginava che quella decisione, avrebbe marchiato la loro mente con orrende immagini indelebili, che gli avrebbe rovinato il sonno nelle notti a venire.
La maggior parte delle immagini contenenti nel telefono mostravano un soggetto magro, sulla trentina che avevano visto più volte passare accanto al loro cantiere, ma le immagini di certo non finivano lì. Altre immagini infatti ritraevano lo stesso uomo, mentre si faceva degli scatti con la testa mozzata di una donna, mani e piedi umani amputati, maschere di pelle umana, e altre immagini degne di un film dell’orrore.
Ovviamente Roman ed i suoi colleghi decisero di portare subito il cellulare alla stazione di polizia, raccontando tutto.Gli assassini:
Qualche giorno successivo, sulla prima pagina di quasi tutti i giornali del paese la notizia era sempre la medesima: “arrestata coppia per cannibalismo”.
La coppia era formata da Dmitry Baksheev, l’uomo soggetto delle macabre fotografie, e Natalia Shaporenko, sua compagna. Dmitry lavorava come operaio, mentre Natalia come infermiera e cuoca, la giusta combinazione in questo caso.
La coppia viveva in una stanza degli ospiti dell’istituto superiore dell’aeronautica militare di Krasnodar, anche se ormai non lavoravano più lì da anni. Si scoprirà successivamente che infatti, i due avevano continuato ad occupare quella stanza abusivamente, eludendo non si sa in quale modo i controlli.Dmitry inizialmente provò a giustificarsi dicendo che lui non aveva ucciso nessuno, ma che aveva trovato il suo cadavere già decapitato in una foresta, decidendo unicamente di portare quindi a casa sua i resti per scattarsi delle foto. Ma non resse molto la pressione degli inquirenti e ben presto decise di raccontare la verità. Così confessò l’omicidio della donna. Ma il peggio doveva ancora arrivare!
La perquisizione:
Quando gli agenti decisero di perquisire l’appartamento dei due, quello che si trovarono di fronte fu un vero e proprio spettacolo dell’orrore. Vennero rinvenuti molti resti umani pronti per essere consumati. Alcune si trovavano dentro a contenitori di vetro, altre in sacchi congelati nel freezer. Parti di resti umani nei cesti con della frutta fresca, pelle umana dentro dei barattoli, fette di carne conservate con acqua e sale. L’appartamento era sommerso da sporcizia e resti umani, mentre a fare da cornice a questo abominio, le pareti erano tappezzate da fotografie della coppia, ritratti in romantiche cene a lume di candela e piatti ricolmi di carne umana.
I due confessarono quindi di coltivare queste orrende pratiche da ormai diversi anni. Le ricerche rivelarono che la loro ultima vittima risaliva solo al dicembre del 2017. Riaprendo il caso inoltre, gli inquirenti si resero conto che la coppia descritta dai testimoni, vista con la vittima in questione prima della sua scomparsa, corrispondeva proprio a loro due.
Secondo gli inquirenti, data l’incredibile quantità di resti umani rinvenuti nell’appartamento, sarebbero circa una trentina le vittime dei due carnefici. I due si dilettavano persino in video tutorial su come cucinare la carne umana, forse destinati a qualche particolare forum appartenente all’internet nascosto.
Vennero avanzate le ipotesi che Natalia, durante il periodo in cui lavorò presso l’aeronautica militare, serviva spezzatino di carne umana ai cadetti che vi prestavano servizio. La donna inoltre, vendeva nel quartiere torte di carne, e i dubbi anche per queste sono sempre i medesimi.L’adescamento delle vittime:
Il loro modus operandi era sempre lo stesso: in seguito ad alcuni annunci su internet, programmavano con le vittime l’incontro presso un luogo transitato, che non avrebbe dato molti sospetti. Una volta incontrata la vittima la facevano ubriacare, forse anche drogare a sua insaputa, e la portavano così in un luogo abbandonato, senza lasciare tracce dietro di loro. In questo luogo assassinavano brutalmente la vittima e iniziavano il processo di smembramento. Infine portavano la carne, già suddivisa in sacchi e zaini, nella loro abitazione, pronta per essere consumata o conservata.
Secondo gli psicologi che esaminarono il caso, la coppia soffriva di antropofagia e una parafilia che gli portava ad avere un’appagamento sessuale nell’uccidere e nel mangiare altri esseri umani.
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