George Stinney Jr, il più giovane condannato alla sedia elettrica (e non solo)

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    Alessandro Stripe
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    ,George Stinney Jr è passato alla storia perché a soli 14 anni è stato il più giovane condannato a morte degli Stati Uniti, e se questa cosa già vi rattrista, sappiate che la parte peggiore la troverete alla fine di questo articolo.

    I fatti:

    Era il 16 giugno del 1944 quando George Stinney Jr, afroamericano di soli 14 anni, venne “giustiziato” tramite sedia elettrica. Il ragazzino fu arrestato e successivamente condannato perché era ritenuto l’artefice dei due omicidi. Mary Emma Thames, di soli 7 anni e Betty June Binnicker di 11, vennero entrambe freddate a colpi di spranga in testa ed entrambi i cadaveri vennero ritrovati non molto lontano dall’abitazione della famiglia del piccolo George. Nei giorni successivi agli omicidi un testimone dirà di aver visto lo stesso giorno George che raccoglieva dei fiori insieme alle due bambine bianche. Ovviamente, gli inquirenti non nascosero per molto che avevano estorto la confessione al giovane tramite torture, fatto che non cambiò la vicenda nemmeno per un istante. È doveroso precisare che dal momento dell’arresto all’esecuzione capitale passarono soli 83 giorni, durante i quali, al giovane ragazzo venne negato per tutto il tempo di vedere persino i suoi genitori e il suo processo durò un solo giorno. Il piccolo George fu subito incarcerato da solo in una prigione che si trovava a più di 80 chilometri da casa sua, ma non penso passarono molti giorni prima che il piccolo capì che non avrebbe mai più rivisto i suoi genitori o i suoi compagni di scuola. È doveroso precisare che George è cresciuto ad Alcolu, una piccola cittadina della Clarendon County in Carolina del Sud, in quel profondo sud americano dove mezzo secolo fa dove il colore della pelle bastava per avere una condanna. La giuria era composta da soli bianchi fra cui anche l’avvocato d’ufficio e dobbiamo sempre pensare dove e in che periodo ci trovavamo durante la vicenda. I testimoni raccontarono che il condannato, essendo piccolo di statura, ancora non sviluppato, venne fatto sedere su alcuni elenchi telefonici posati sulla sedia elettrica e poi venne legato. Furono sufficienti tre scosse da 2.400 volt per portare via la sua vita, ma ancora peggio fu che questo orrendo spettacolo fu accompagnato dagli applausi dei presenti, più di 1000 persone che si erano recate lì solo per assistere a questa atrocità.

    La confessione:

    Dopo molti anni, un uomo in punto di morte confessò l’assassinio delle due bambine, costringendo gli inquirenti a riaprire il caso di George Stinney dopo 70 anni dall’avvocato Steve McKenzie. George Frierson nel 2004 non ci mise molto a capire che quel processo era tutto da rifare. Scoprì subito che la confessione del ragazzino non era stata registrata, i documenti, per quanto possa valere la firma di un 14enne, non erano stati nemmeno firmati e il suo avvocato difensore non era riuscito a chiamare testimoni a discarico ne tanto meno ad esercitare il suo diritto di appello. Nel dicembre del 2014, grazie all’interessamento della sorella dal condannato Amie, ora ottantenne, la sentenza di morte venne annullata e la memoria di George venne riabilitata, dichiarando il caso un gravissimo errore giudiziario, anche se nessuno ridarà a lui o alla sua famiglia quel futuro e tutto quello che avrebbero potuto costruire e vivere insieme.

    Su questo grave caso di malagiustizia nel 1988 venne scritto un romanzo “Carolina Skeletons“, che ricevette il premio Edgar Allan Poe, come miglior romanzo del 1988. Successivamente, dallo stesso romanzo ne è stato tratto un film per la regia di John Erman. Altro film sulla storia di Stinney “83 Days”, scritto e prodotto da Ray Brown e la regia di Charles Burnett.

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